Dal punto di vista cronologico, non si può stabilire una data di nascita del museo, in quanto esso si è formato per acquisizione graduale di reperti. Tuttavia si può farla coincidere con il ritorno del Minà Palumbo da Napoli a Castelbuono, nel 1837, dopo aver terminato gli studi. Infatti i più antichi reperti recano la data del 1838. Alla morte di Francesco Minà Palumbo, nel 1899, l’intero primo piano della sua abitazione (sita al n° 130 di via Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla piazza che gli era stata intitolata) ospitava la biblioteca e all’archivio e tutte le collezioni biologiche, minerali e storiche, ben ordinate e disposte scientificamente come si addice a un vero e proprio pubblico museo. Questa sistemazione rimase tale fino al 1965 circa, anno in cui una parte delle collezioni fu donata al comune di Castelbuono. Il materiale fu trasferito in alcuni locali del castello dei Ventimiglia, mentre la biblioteca rimase ancora ai discendenti di Michele Morici, nipote di F. Minà Palumbo e suo erede. Nelle precarie condizioni del castello le collezioni subirono un duro colpo. Ciò indusse il prof. Antonio Leta a ricoverarle in casa propria, sistemandole alla meglio fino a quando non si dispose di ambienti più idonei alla conservazione. Nel 1968 le collezioni ritornarono nel castello, affidate alle cure di alcuni giovani volontari, inizialmente coordinati dal botanico prof. Andrea Di Martino. Nel 1988 il Museo fu trasferito nei locali restaurati del carcere mandamentale e nel 1995 nei locali della Badia (ex convento di Santa Venera) in attesa che sia finalmente pronta la sede definitiva sita nel convento di San Francesco, restaurato con questa finalità. Una vasta esposizione che riflette la biodiversità e la ricchezza naturale delle Madonie e della Sicilia. Il museo ospita reperti di flora, fauna, geologia e paleontologia raccolti dal naturalista Francesco Minà Palumbo nel XIX secolo. Tra le sezioni principali si trovano collezioni di insetti, fossili, piante, minerali e preparati zoologici, che documentano l’evoluzione degli ecosistemi locali. Di particolare importanza è L’erbario, completato verso il 1870, che comprende circa 6.000 campioni essiccati di oltre 1.500 specie raccolte quasi esclusivamente nelle Madonie. Sebbene si tratti, nella maggior parte, di specie della flora spontanea locale, vi sono incluse anche le principali essenze che si coltivavano nell’800: vite, frassino, olivo e mandorlo, con tutte le varietà allora conosciute e con le relative malattie. Questo materiale, che oggi ha interesse principalmente storico, nel secolo scorso fu la fonte per le ricerche dei maggiori botanici italiani e stranieri che studiarono la flora nebrodense (Tineo, Todaro, Parlatore, Inzenga, Strobl, Lojacono, Borzì e vari altri). L’istituzione museale occupa i locali dell’ex convento dei frati minori conventuali sito nella piazza S. Francesco di Castelbuono. La struttura è un chiostro realizzato nel XVIII secolo come ampliamento dell’originaria e attuale chiesa di San Francesco, costruita nel XIV secolo, ad esso adiacente. Conserva i caratteri autentici dell’architettura conventuale del tempo tra cui spiccano le possenti arcate dei portici laterali sorretti dalle eleganti colonnine marmoree.Storia
Collezioni
Sede
Comune di Castelbuono
Piazza S. Francesco, 90013 Castelbuono PA
Accesso per disabili
Biglietto intero 4,00€
Biglietto ridotto 2,50€
Residenti a Castelbuono
Studenti di ogni ordine e grado
Docenti
Gruppi di 10 o più persone
Adulti oltre i 75 anni
Ragazzi dai 7 ai 18 anni
Gratis
Scuole di Castelbuono
Bambini al di sotto dei 7 anni
Disabili e accompagnatori
Giorni e orari di apertura
Da martedì a venerdì:
09:30 – 13:00
16:00 – 19:30
Sabato e domenica:
10:00 – 13:30
16:00 – 19:30
Visita la motra attraverso un percorso virtuale su Spatial.